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Maura Mattiolo critica biografia e curriculum

REM La percezione dell’immaginario – VENEZIA – SCOLETTA DI SAN ZACCARIA 1 -11 OTTOBRE 2022

La pittura, come sosteneva Mallarmè, è fatta di allusioni, ci riporta a qualcosa che i nostri limiti fisici non
avvertono. In effetti osservando i quadri di Maura Mattiolo, dedicati a spazi sognanti ed evanescenti,
avverto un’espressività che in lontananza, nella luce indefinita dello spazio, tende a svelare i meandri
nascosti dell’esistenza umana. Ogni segno, anche minimo, incide nella volontà di conoscere la dimensione
psichica, quasi per impadronirsi della sua anatomia, cioè del suo meccanismo interno. L’autrice parla di
luoghi di osservazione diversi dal consueto, di prospettive interiori, di luoghi dell’anima. Sogno e magia,
poesia e ricordo, nuove atmosfere che si rivelano d’improvviso e dove tutto può accadere. Il titolo della
mostra è emblematico: REM La Percezione dell’Immaginario; ovvero quel graduale abbandono della
coscienza diurna assorbita dal caos e la conseguente evasione dai conflitti del presente verso i lidi
rasserenanti di un mondo fantastico. La pittura è il veicolo straordinario di questa esperienza; attraverso
l’arte ci si immerge in una dimensione infinita, in un luogo primordiale che evoca spazi sospesi, dove il
tocco si fa leggero e dilatato oppure guizzante quasi a seguire il flusso rapido della natura . Ecco affiorare
delicate figure femminili che osservano il mondo, sagome piene di luce con i corpi delineati che sembrano
sorridere alla loro nuova e sospesa dimensione. Sul fondo magiche architetture bizantine come in “Avrò di
nuovo capelli lunghissimi”, e poi folte vegetazioni, luoghi paradisiaci in cui la quiete placa ogni
inquietudine.
E’ sicuramente un mondo arcano quello raccontato da Maura Mattiolo; una dimensione fatta di
immaginazioni visive, di allusive rappresentazioni della natura legate al ricordo. Il segno curvo e ritmato, i
colori brillanti, tutti gli elementi compositivi sembrano materializzarsi in una personale visione dell’anima
libera nell’estendere, a un mondo senza convenzioni, un sentimento autentico della vita. Si tratta di spazi
ovattati, lontani nel tempo, racchiusi dentro la soglia metafisica dell’allegoria, una finestra onirica colma di
simboli e sottili allusioni. L’immagine emerge infatti nella propria essenza, lineare e riconoscibile anche se
pervasa da striature di luce che danno alla forma un senso di aerea leggerezza. La struttura raggiunge la
sintesi, talvolta anche l’astrazione.
La disamina panoramica dei soggetti rappresentati mi porta a una considerazione di stretta attualità: come
mai in un epoca di così stretto conformismo, si decide con la pittura di andare “contro” i vuoti accademismi
per carpire invece la vera identità dell’essere? Tento un’interpretazione: la Mattiolo è affascinata dalle
variabili della condizione umana, dalla profondità dei sentimenti inespressi che rimangono racchiusi nella
gabbia epidermica quotidiana. Tramite il suo linguaggio esplora la dimensione meno conosciuta
dell’inconscio, il corpo è un arcano vettore di emozioni che l’autrice fissa sulla superficie in una assorta
“attesa”. La figura è il nerbo organico di questa esperienza, vista da più punti di osservazione, colta in
pose plastiche o in torsioni naturali, seducente o fissata rigidamente nello spazio si protende seguendo un
ritmo interno conciliando interno ed esterno, anima e pelle. La sua arte dunque tende a questo: esprime ciò

che solitamente non è visibile, graffia il guscio dell’effimero, s’innoltra in una dimensione “oltre”che è in
ognuno di noi ed esplora nuovi labirinti. Il segreto è svelato: dentro ogni quadro c’è qualcosa che ci
appartiene, desideri, ricordi, dolci nostalgie.


Settembre 2022 Gabriella Niero

IL COLORE RACCONTA – ANNO DOMINI 47 – RONCADE TV- 3 DICEMBRE 31 GENNAIO 2022

L’esclusivo Wine Creative Lab 47 Anno Domini ospita le opere dell’Artista Maura Mattiolo.

Il percorso di Maura Mattiolo si sviluppa all’interno di una ricerca pittorica capace di esprimere una “visione informale della realtà”, generata dalla continua tensione tra figurazione e astrazione.

L’artista rievoca esperienze, sensazioni visive, forti emozioni attraverso l’agire pittorico e riesce a cogliere nel fluire della memoria l’essenza del ricordo, l’estrema immagine emozionale. Strutture portanti di tale sintesi sono il colore, che genera la forma, e il segno, che diviene traccia concettuale. I frammenti di disegno che delineano a tratti veloci i corpi, le barche, gli alberi, le case richiamano alla mente solo l’idea dei diversi elementi e mai indugiando sui dettagli descrittivi. Libere da qualsiasi contestualizzazione spaziale e temporale, le immagini vivono all’interno dell’opera come intima traccia del sentire dell’artista.

L’aspetto narrativo è riservato alle campiture di colore che possono “raccontare”. Il colore infatti è steso attraverso veloci e istintive spatolate che trascinano la materia sulla tela per creare infinite varietà tonali e riflettere la forza e l’esuberanza emotiva del ricordo.

I rossi, i blu e i gialli hanno uno sviluppo narrativo attraverso i loro movimenti, le densità, le trasparenze e i contrasti. L’immediatezza del gesto di Maura Mattiolo da voce alla materia, così che “Il suono più bello è sentire la spatola che trascina il colore sulla tela”.

Tuttavia l’atto creativo matura lentamente nell’interiorità, per poi emergere con forza, spinto da un urgenza emotiva che induce l’artista a liberare la gestualità in un’azione immediata e istintiva. Così nascono opere quali Ballare in controluce, Con i sogni nel cuore, Il passo del vento, Estasi,dominate da un dinamismo carico di sensazioni.

Emerge una pittura capace di condensare in se stessa l’essenza dell’esperienza colta nell’immediatezza del gesto. Le figure appaiono sagome  metafisiche che a stento si distinguono nell’evolversi deciso delle direttrici e delle linee di forza. Allo stesso modo le strutture di esotiche architetture riemergono e invitano l’osservatore in un viaggio immaginario dalla veneziana San Marco conduce alle forme orientali della Santa Sofia di Istambul o delle moschee.

                                                                                                          Roberta Gubitosi

PARATISSIMA ART FAIR TORINO 2021 a cura Olga Gambari

Il colore rosso

Quando non ho più blu, metto del rosso” si legge nell’opera “Manichini” di Maura Mattiolo, che cita Pablo Picasso. Queste parole riassumono il concetto della creatività della mancanza, ovvero quell’intelligenza capace di riempire un vuoto in maniera fantasiosa e funzionale.

Il rosso è il colore del sangue, della passione e dell’energia vitale, è l’espressione del calore e della forza creatrice. I toni caldi sono preponderanti nel progetto artistico dell’artista, dove le spatolate corpose, dettate da una rapida consequenzialità, conferiscono alla sua pittura dinamicità e movimento, soprattutto nelle opere “Coup de théâtre” e “Uomini soli”, in contrapposizione alla staticità dei soggetti ritratti: una poltrona vuota, dei manichini spogli, un essere umano in compagnia della propria solitudine. La malinconia della messa in scena scava in profondità nell’animo dello spettatore, che riconosce quei vuoti fino a identificarsi, trovando nel colore la forza propulsiva per la rinascita. 

Rosanna Accordino nov 2021

MAURA MATTIOLO: i colori dell’evanescenza

La pittura densa e vivacissima di Maura Mattiolo costituisce la narrazione di un percorso artistico in cui si rispecchia l’idea di un mondo variegato nella molteplicità delle sue manifestazioni e dove, simbolicamente, possiamo riconoscerne contrapposizioni e aspetti complementari.
La Mattiolo si confronta con la realtà ma, nello stesso tempo, nega l’ordine razionale ed i parametri connessi con la piena riconoscibilità di tutte le cose. Non è importante ciò che si vede nell’apparenza senza mistero ma, viceversa, ciò che deriva da una visione interiore personalissima che dissolve la realtà stessa fino all’estrema sintesi del concetto puro, evocato con poche, decise, pennellate.
Il passaggio dalla riconoscibilità dei soggetti all’informalità assoluta è graduale, e lo si evince dalla coerenza consequenziale dei suoi lavori.
La Mattiolo predilige la passione del gesto espressivo, l’impulso momentaneo che travalica il metodo convenzionale.
Troppo forte è il desiderio di emozionare e trascinare dentro le opere lo spettatore, coinvolgendolo nei complessi labirinti di una pittura imprevedibile ed impensata, pregna di quel vivido colore che comunica, più che l’oggettività, la verità di una condizione dell’Anima.
I paesaggi naturali, gli scorci di paese, le barche delle pacificanti marine, somigliano a ‘gocce’ di memoria che, come tali, ci restituiscono l’idea di un ‘immediato svanire’, proprio come ricordi che sbiadiscono nel tempo. E qui la pittrice interviene per fermarne non i dettagli particolareggiati ma le pulsioni vitali del Cuore e le sue ricordanze, la miscellanea di quei colori collegabili a suoni, odori, sensazioni fisiche rimaste impresse nei cassetti della mente che li richiama.
Scaturisce così una pittura disposta con scansioni di spazio vagamente cubiste, dove irregolari accostamenti policromi suggeriscono una moltitudine di elementi, probabile metafora dei ricordi stessi o, comunque, di indelebili impressioni colte nell’attimo contemplativo. Le semplici architetture, così come gli altri soggetti, si rivelano nei tenui contorni, nelle campiture che sconfinano verso un indefinito che ha il sapore di una conquistata libertà espressiva. Ma, sono la spiccata sensibilità per il colore e lo studio della luce che lo crea, le chiavi interpretative del percorso articolato della Mattiolo.
La realtà della forma, così come noi la percepiamo attraverso lo sguardo, passa decisamente in secondo piano. Se un riferimento alla figurazione dev’essere rappresentato, questo si riduce a pura evocazione più ideale che fattuale, perché è l’impatto visivo il fine ultimo.
Lo stesso principio si applica per la figura umana, timida e discreta comparsa in questo mutevole caleidoscopio. La sua enigmatica presenza si inserisce non quale identità reale bensì metafisica.
Le rare apparizioni antropomorfe sono sagome trasparenti, quasi fluttuanti, trafitte dalla calda luce che le attraversa, più simili ad anime vaganti che a persone inserite in una realtà tridimensionale. Sagome umane assopite, come fossero trasportate dalle ali di un sogno trascendente che conduce lontano, oltre le barriere del tempo e dello spazio che limitano la comprensione del Tutto.
Da questi elementi di riconoscibilità figurativa, come detto inizialmente, via via la pittura sconfina nell’informalità più eloquente dove prevalgono tratti pittorici marcati, aree sfumate, macchie improvvise, in una voluta disomogeneità razionale dell’insieme. E’ la fase di una pittura netta, condensata nell’essenza, priva del superfluo e, pertanto, finalizzata all’esposizione del concetto mentale. Così, il solstizio è un incontro fra due antitetiche superfici messe a contrasto. La luna è una candida sfera luminosa senza dettaglio sopra uno svaporante paesaggio con gradazioni blu cobalto che pare muoversi nell’illusione conferita dalla stesura delle pennellate, mentre i richiami paesaggistici si riducono a concentrazioni di paste pittoriche che, a loro volta, pongono l’identificazione del soggetto in secondo piano,  suggerendo un dialogo cromatico tutto sensoriale.
La Mattiolo compone e scompone la realtà delle cose e, in questa singolare peculiarità, ci piace intravvedere quel Sentimento profondo della vita che richiede, per essere compresa, la messa in discussione di ogni conclamata certezza. Un Pensiero, quest’ultimo, che appare quale convincente sintesi dell’indagine e che – attraverso il simbolismo di un’evanescente astrazione – si apre verso gli sconfinati territori dell’Incognito.

Giancarlo Bonomo, maggio 2021

La ricerca del colore approda, nelle opere di Maura Mattiolo, ad una fusione metamorfica fra formale e informale, tramite la scomposizione dei piani, i frammenti appena accennati di realtà , che suggellano un patto silenzioso fra percezione e immaginazione.

prof. Giorgio Gregorio Grasso, febbraio 2021

..Cara Maura ,

sono felice che tu sia venuta ad Innsbruck, anche se mi spiace non averti vista, spero che la Fiera sia stata di stimolo per te. Ti scrivo per mandarti il certificato di partecipazione ed alcuni feedbacks che ci sono stati sulle tue opere (Rotolano le fragili onde e Le mine vaganti servono a scombinare i piani). Intanto ti faccio i miei personali complimenti perchè la tua ricerca è davvero interessante e concettualmente stimolante, così come ho visto che l’hanno trovata collezionisti e visitatori durante i giorni di Fiera e pure qui a Firenze. Ti mandano i complimenti anche i membri della Direzione artistica di ART INNSBRUCK che durante il giro preview di ispezione degli stand si sono a lungo soffermati a discutere sulle tue proposte espositive.

D.ssa Marina Volpi – Direttore artistico –
Gallerie Artexpertise per l’arte contemporanea in Firenze
febbraio 2020

MAURA MATTIOLO –  Poesie nel colore

Guardo con attenzione  e curiosità le composizioni  intense e ritmate di Maura Mattiolo. Emergono geometrie, pennellate gestuali, profili antropomorfi e  prospettive  aprirsi in luoghi  avvolti dalla luce.  Una caratteristica ben precisa guida la mano: c’è sempre un processo di sintesi che depura il visibile dalle covenzioni del figurativo tradizionale. E’ attraverso questo percorso che l’autrice giunge al nuovo  spazio della tela. Questo  si svela gradatamente in tante  dimensioni ognuna  sovrapposta ad un tempo precedente  rivelando un modo particolare di osservare  la realtà che appare di volta in volta sospesa ed arcana. Gli echi del naturalismo astrattato sono presenti ed indicativi. L’energia di una “rivelazione” si coglie nell’immediatezza, come se  l’emozione di un luogo  misterioso  trovasse nella pittura una nuova  identità. Si sviluppa  il desiderio di esprimere un rapporto diretto dell’uomo con la natura, gioioso e solitario, rassicurante ma anche fuggente, individuale e collettivo. Con questo impegno, mirato alla fusione di sentimenti variabili, il pensiero  passa  dalla veduta alla scoperta del reale che assume il profilo di un paesaggio umano.

 L’importante varietà dei soggetti,  sempre in evoluzione, trasfigurano il dato della riconoscibilità in equilibrate scomposizioni . Leggo figure femminili e maschili spesso in coppia, paesaggi dalla vagetazione lussureggiante,  borghi architettonici, panorami  vibranti nei bagliori di luce: tutto segue vivaci tocchi e accordi tonali con sfumature calde come gialli e rossi  o elaborati nei profondi  freddi blu o verde scuro. La luminosità e l’aria attraversano il segno anche nelle  prospettive tridimensionali talvolta ribaltando i dettagli nei primi piani o allungando lo spazio sul fondo. Il dinamismo della pennellata anima ogni singolo particolare. Nella pittura di Maura Mattiolo tutto prende forma naturalmente sulla tela e sottende ad un’intenzione di armonia spesso ripresa dalla memoria di un luogo o dall’incontro emozionante con la natura. Alcune presenze eteree, larvali,  si fondono  con l’ambiente, quasi  in intimità col dato circostante tanto da farci desiderare di essere noi stessi protagonisti. Questa immersione  totalizzante è il fulcro del suo linguaggio: la realtà fenomenica è l’impronta, comunica l’ispirazione iniziale con i soggetti identificabili singolarmente; poi inizia  la rielaborazione del dato conosciuto  trasformato dalla sensibilità e dall’esperienza.

La tela  diventa riflesso della memoria, tessuto intimo, storia personale e collettiva. Nella nuova vita della pittura  tutto cambia, il tempo scandisce l’essenza immota trasfigurata dalle immagini, la quiete o l’eccitazione pervadono l’atmosfera , i colori avvolgono la vita stessa , registrano le sottili variazioni umorali proiettandole in un contemporaneo sempre in mutamento.

Il nerbo del naturalismo astratto è proprio questo: Maura Mattiolo vuole condurre l’osservatore verso una riflessione continua sullo stato delle cose senza abbandonare il lirismo del colore. L’essere si avviluppa alla natura formando un tutto con essa. E’ la sua speranza,  il suo respiro animale, la forza vitale  espressa con un segno denso e mosso, fermentante di colori, di succhi e umori emozionali. La matrice stilistica è coerente. Maura Mattiolo rafforza il dosaggio delle luci, lo sviluppo della forma, l’architettura della composizione legata a dei motivi firma, come l’elemento geometrico o i filamenti netti che costruiscono la struttura. L’istinto è dominante così la comunicazione diventa schietta e spontanea , come la natura stessa…

Gabriella Niero, gennaio 2020

‘La capacità di Maura Mattiolo sta nel descrivere luoghi e sentimenti con il linguaggio informale.’

Giammarco Puntelli, ottobre 2019

“L’identità perfetta e compiuta della forma geometrica viene trasfigurata dalla gestualità dinamica e dalla grande incognita della figurazione di fondo ripetuta in tante varianti. Il soggetto di partenza – la figura o il paesaggio – offre infatti molte composizioni possibili che si distaccano dalla struttura primaria suggerendo altri simboli metaforici. E’ sicuramente emozionante la trasfigurazione del dato oggettivo, l’autrice si concentra in una dimensione che ri-costruisce un corpus di possibili profili universali con la quale comunicare messaggi. I contenuti espressi da Maura Mattiolo sono legati non solo ad un esercizio tecnico ma soprattutto filosofico ed intellettuale che apre le porte alla riflessione. L’occhio segue i profili mobili e dopo una nitida messa a fuoco segue le valenze simboliche e l’idea compositiva. La pittura riflette un’intenzione profonda, la sintesi del’arte come viaggio tecnico e conoscitivo. Soprattutto l’esperienza del colore, usato in piu toni, proietta l’assoluta imprevedibilità delle suggestioni dell’inconscio.

Gabriella Niero, maggio 2019

“Maura Mattiolo ama l’indefinito, l’astratto che affida alla ricchezza della tavolozza e alla fusione delle cromie il compito di ‘suggerire’ situazioni, far immaginare paesaggi e luoghi attraverso linee e tocchi di pennello fissati nella mente da esperienze precedenti di contatto con l’arte

Lauretta Vignaga, giugno 2017

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BIOGRAFIA

Classe 1951, nata e cresciuta a San Martino di Lupari PD, terra di grande fermento, energia e imprenditorialità, polesana di adozione, approda alla pittura in tarda età.

Ha studiato in Italia con i maestri Silvio Iaconis, Silvio Zago e Roberto Cheula, ed a Berlino con il maestro Andreas Kramer.

Da subito predilige l’informale e l’astratto.
Lavora prevalentemente sull’effetto cromatico, le piace che sia il colore a suggerire la forma , che è sempre poco presente nei suo lavori.
La sua pittura nasce da uno stato d’animo, racconta emozioni, ottenute dal forte contrasto dei colori e richiede che l’osservatore abbia voglia d interpretare.
Le sue opere hanno sempre un riferimento al vissuto personale, ai ricordi, alla terra natia mai dimenticata ed il Polesine, pacato e piatto, fra terra e mare.

Ha al suo attivo diverse personali e collettive, partecipa alle fiere d’Arte, ai concorsi in Italia e all’estero.

Ha ricevuto segnalazioni della giuria in concorsi nazionali e vinto il primo premio, giuria e pubblico, al concorso Città delle rose di Rovigo anno 2018,, e nel 2020 il concorso ARS E VIRTUS – MIlano

Il quadro ‘Ed è subito sera ‘ , vincitore del concorso Città delle rose di Rovigo, è in collezione al Piccolo Museo di Fighille, mentre il quadro IL Terzo Occhio è in collezione al Museo di Riattana.

Il quadro Viaggi Astrali è presente nel portale ‘Tributo AMEDEO MODIGLIANI .

il quadro UOMINI SOLI ha ricevuto la menzione d’onore al Premio Mestre di Pittura 2021, mentre LA BAGNANTE lo è stata nella edizione 2022.

Il quadro ‘Amor ch’a nullo amato’ è stato selezionato dal prof Grasso per far parte della Divina Commedia illustrata che lo riporta a pagina 64.

Il quadro ‘UNA RELAZIONE’ è diventato la copertina del libro ‘Dall’oggi al domani’ di Marisa Marconcini e una decina di quadri illustrano la raccolta di poesine di Stefania Paron, Ho paura del buio, edito da Il Melone

Ha realizzato una quindicina di opere destinate al padiglione ‘Dopo di noi’ della Casa albergo per anziani di Lendinara, ha donato il quadro BEBE al CIP VENETO di Padova

E’ stata incaricata di realizzare due pale per la chiesa di SS.Trinità di Mestre, inaugurate a dicembre 2022

E’ stata invitata dal Senato della Repubblica Francese ad esporre ai Giardini del Lussemburgo Padiglione Davioud, nel luglio 2022, la Pinacoteca del Senato ha acquisito una sua opera.

I suoi quadri si trovano in collezioni private e pubbliche.

Vive e lavora in Polesine.

MOSTRE E RICONOSCIMENTI

ANNO 2022

GENNAIO – PERSONALE – ANNO DOMINI SCEGLIE – Roncade – Anno Domini 47 a cura di Roberta Gubitosi

APRILE – BIPERSONALE CON PIERANTONIO BELLOTTO SCULTORE – ARMONIA DI ELEMENTI – Padova – Corso Vittorio Emanuele 32 , Galleria Artisti in Vetrina

LUGLIO – PERSONALE SU INVITO DEL SENATO DELLA REPUBBLICA FRANCESE – Parigi – Pavillon Daviuod Jardin du Luxembourg, a cura di M.me Elvire Gravier

AGOSTO – PERSONALE su invito dell’amministrazione comunale – ROSOLINA – Auditorium Sant’Antonio

OTTOBRE – PERSONALE REM La percezione dell’immaginario – Venezia – Scoletta San Zaccaria – Piazza San Zaccaria Galleria Spazio SV – a cura di Gabriella Niero

DICEMBRE – Inaugurazione di 2 Pale realizzate su commissione della CHIESA SS. TRINITA’- VENEZIA MESTRE

ANNO 2021

– MAGGIO – PERSONALE – L’EVANESCENZA DEL COLORE – Rovigo – Via Silvestri a cura Raffaella Ferrari

– GIUGNO – PERSONALE – IL COLORE RINNOVATO – Cittadella – Chiesa del Torresino – a cura di Gabriella Niero

– LUGLIO – COLLETTIVA – SPAZI ESSENZIALI – Bologna – Spazio 212 – a cura di Bonomo Giancarlo e Raffaella Ferrari

– PERSONALE – TOCCATA E FUGA – Asolo – Sala Beltramini

AGOSTO – PRINCIPATO DI MONACO – ART3F con Galleria Passepartout di Milano

SETTEMBRE – VENEZIA – Micromondi – Spazio San Vidal

– MILANO – ART&DESIGN – Unahotel Pero – a cura di Passepartout

– SAN MARTINO DI LUPARI PD – Rassegna Dipintori Luparensi a cura Gabriella Niero

– VERNICE ART FAIR – FORLI’ – fiera di arte contemporanea

– PADOVA – Porta San giovanni – Collettiva SOGNO a cura di Andreas Kramer

OTTOBRE – ARS IN TEMPORE – ABBAZIA DI CARCERI PD – a cura di Roberta Gubitosi

– FRATTA POLESINE – VILLA BADOERA -SITO UNESCO – Biennale di arte contemporanea in Veneto – a cura di Giammarco Puntelli

NOVEMBRE – TORINO PARATISSIMA ART FAIR – a cura di Olga Gambari

CIVIDALE DEL FRIULI – AUXILIA FOUNDATION collettiva DANTE FRA I MONDI , Monastero di S.Maria in

Valle – sito UNESCO – a cura Bonomo G.FERRARI R.

RONCADE TV – ANNO DOMINI 47 – personale a cura di Roberta Gubitosi

ANNO 2020

– GENNAIO – ART FAIR INNSBRUCK – Galleria Artexpertise

-GENNAIO – COLLETTIVA AFFORDABLE ART – Galleria Merlino FIRENZE

– FEBBRAIO – PERSONALE – SAN MARTINO DI LUPARI Bar Duomo

– APRILE – MAGGIO – CONCORSO ARS E VIRTUS – Milano – concorso on line – vinta selezione per mostra

-MAGGIO – COLLETTIVA METAMORFOSI -Porta San Giovanni PADOVA

– GIUGNO – PERSONALE – NERODISEPPIA – PADOVA – Via San Francesco 161

-LUGLIO -PERSONALE – DIALOGHI FRA COLORE E MATERIA – VILLA BARBARIGO NOVENTA VICENTINA VI , scultore Pierpaolo Consigli

– LUGLIO – COLLETTIVA -URBS PICTA – Padova Palazzo Moroni scuderie

– LUGLIO – COLLETTIVA – PORTO VIRO – Artisti del Delta – Violenza contro le donne

– LUGLIO – COLLETTIVA – SOAVE VI – Chiesetta dei Domenicani

– LUGLIO -PERSONALE -LAVORI IN CORSO – ROVIGO Via Angeli 42 con il patrocinio dell’Accademia dei Concordi – dal 20 luglio al 10 agosto

– AGOSTO – ESTE – PERSONALE Piazza Trento dal 10 al 31 agosto

– SETTEMBRE – PADOVA – PERSONALE – PORTA SAN GIOVANNI – DAL 17 settembre al 4 ottobre

-SETTEMBRE – Villa Obizzi Albignasego -collettiva FELLINI ED IL SUO MONDO – 19 settembre 4 ottobre

– SETTEMBRE – VENEZIA – collettiva 41° Le Colonete – Rio terà de le colone 26 settembre 3 ottobre

– SETTEMBRE – MILANO – collettiva Donne in Rinascita – Unahotel expo fiera 7-20 settembre

-OTTOBRE 16-29 – MILANO – collettiva ARTE & VIRTUS 2020 Unahotelexpo

OTTOBRE — MONASTIER TV – Abbazia S. Maria in Pero – collettiva ARS IN TEMPORE 24 OTTOBRE 8 NOVEMBRE

OTTOBRE – PADOVA – collettiva internazionale ISOLE – a cura di A:Kramer, 17 -31 ottobre Porta san Giovanni

NOVEMBRE – LA DEMOCRAZIA NELL’ARTE curatore Giorgio Grasso – Venezia Cà Rezzonico ottobre_novembre 2020

ANNO 2019

– MARZO – Cesena – concorso La Margherita d’Argento – opera selezionata dalla giuria

– MAGGIO – COLLETTIVA BLU – PADOVA Porta San Giovanni, a cura di Kramer Andreas

– MAGGIO – BIENNALE ARTE CONTEMPORANEA – SAN MARTINO DI LUPARI a cura di Gabriella Niero

– GIUGNO – PERSONALE – ROVIGO CC La Fattoria

– GIUGNO – COLLETTIVA ROVIGO Pescheria – collegata al Concorso Città delle Rose

– SETTEMBRE – PERSONALE – CRESPINO La Romanina

-OTTOBRE – partecipazione concorso FIGHILLE

-OTTOBRE – partecipazione concorso CORDIGNANO

-OTTOBRE – BIENNALE DI ARTE CONTEMPORANEA DEL VENETO – FRATTA POLESINE Villa Badoera – a cura di Giammarco Puntelli

– NOVEMBRE – PADOVA ART FAIR – in collettiva per XEARTE

– OTTOBRE/NOVEMBRE – COLLETTIVA – ROVIGO CCLa Fattoria

-DICEMBRE – COLLETTIVA ART SIMPOSYUM – FIRENZE Galleria Merlino

– DICEMBRE – COLLETTIVA SARDINART – POGGIBONSI – Centro HB

ANNO 2018

– GENNAIO – PERSONALE ADRIA – L’Essenziale

– MARZO – Concorso la Margherita d’Argento Cesena – – selezione della giuria

– APRILE – PERSONALE – Lendinara Saletta Casalbergo

– GIUGNO – Rovigo Pescheria – Concorso Città delle Rose – 1 premio giuria e pubblico

– OTTOBRE – PERSONALE Lendinara Saletta Casalbergo presentazione collezione LIVE realizzata e donata per Padiglione ‘Dopo di Noi’

ANNO 2017

– MARZO – Cesena – concorso La Margherita d’Argento – opera selezionata dalla giuria

– GIUGNO – PERSONALE – Rovigo Caffettiamo

– GIUGNO – Fratta Polesine concorso Manegium – opera selezionata dalla giuria

– LUGLIO – PERSONALE – Padova Barabba

– DICEMBRE – Collettiva – Rovigo CC La Fattoria